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STEYR M12

730,00

Pistola semiautomatica Steyr M12 cal 9 mm Steyr

In  negozio sono ammessi i seguenti circuiti di pagamento

Categorie: , Tag: , , , , , Product ID: 54555

Descrizione

                                                                       Steyr Arms Subdued Logo Patch - Nordic Marksman Inc.

 

La Repetierpistole M.12 (meglio nota come Steyr-Hahn 1912 o, semplicemente, Steyr M1912) è una pistola semiautomatica prodotta a partire dal 1912 per l’Imperiale e regio Esercito austro-ungarico, ma successivamente esportata in numerosi paesi ed utilizzata fino alla fine della seconda guerra mondiale. Fu progettata a partire dal 1910 presso l’Österreichische Waffenfabriksgesellschaft (ŒWG) di Steyr con l’idea di creare un’alternativa più ergonomica e affidabile alla recentemente adottata Roth-Steyr M.7 che non aveva dato buona prova di sé. Il progetto fu portato avanti sotto la direzione dell’ingegnere capo Konrad Murgthaler, coadiuvato da Helmut Bachner ed Adolf Jungmayr. Inizialmente pensata per essere prodotta per il mercato civile con il nome di M.11 tale denominazione venne in seguito modificata in M.12 quando l’arma venne adottata dall’Imperial regio Esercito austro-ungarico con la designazione ufficiale di Repetierpistole M.12. Il nome colloquiale Steyr-Hahn deriva dalla necessità di differenziare l’arma dalla Roth Steyr: quest’ultima infatti funzionava a percussore lanciato, mentre la M.12 è dotata di cane esterno (in tedesco Hahn).L’arma sfruttava un sistema di chiusura stabile a canna rotante. La canna presentava internamente quattro righe destrorse ed esternamente due risalti superiori di chiusura, uno inferiore di arresto ed uno, sempre inferiore, elicoidale, che determina la rotazione. Subito dopo lo sparo, il proiettile, avanzando lungo la canna, tendeva per effetto della rigatura a farla ruotare verso destra ed a serrare la chiusura. Canna e carrello rinculavano dunque assieme, tenuti uniti dai due risalti superiori. Durante questo arretramento, però, il risalto elicoidale, grazie al contrasto con una specifica scanalatura realizzata nel castello, provocava una rotazione della canna di 60° verso sinistra, fino a determinare lo sgancio dei denti superiori e la liberazione del carrello, che a questo punto proseguiva da solo il proprio movimento, completando l’automatismo, mentre la canna si fermava grazie al dente di arresto. Dopo lo sparo dell’ultimo colpo, l’arma si blocca in apertura. La M.12 camerava proiettili 9 × 23 mm Steyr inseriti manualmente tramite lastrina all’interno di un caricatore monofilare da 8 colpi costituito da una “cassetta” alloggiata all’interno dell’impugnatura. L’arma era dotata di due sicure: quella automatica impediva al percussore di avanzare in caso il gruppo carrello-canna non fossero correttamente bloccati, quella manuale è invece costituita da una leva sul lato sinistro dell’arma che blocca il grilletto in posizione e impedisce l’azionamento dell’arma. La sicura manuale può essere inserita anche a cane abbattuto ma questo non è consigliabile: la leva infatti blocca il grilletto, ma non impedisce al cane di muoversi qui pochi millimetri sufficienti a colpire il percussore, ad esempio nel caso in cui l’arma dovesse cadere e impattare con forza sul cane. Era pertanto necessario portare l’arma con cane arretrato e sicura manuale inserita per avere la certezza che non vi fossero spari accidentali.